1Re 21

1 Capitolo 21

Acab brama la vigna di Nabot 1R 21:1-4

Nabot ucciso da Izebel 1R 21:5-16

Elia denuncia giudizi contro Acab 1R 21:17-29

Versetti 1-4

Nabot, forse, era contento di avere una vigna così vicina al palazzo, ma la situazione gli fu fatale; molti possedimenti di un uomo sono stati la sua insidia e la sua vicinanza alla grandezza, una conseguenza negativa. L'insoddisfazione è un peccato che è la sua stessa punizione e fa sì che gli uomini si tormentino. È un peccato che è il suo stesso genitore; non nasce dalla condizione, ma dalla mente: come troviamo Paolo contento in una prigione, così Acab era scontento in un palazzo. Aveva a disposizione tutte le delizie di Canaan, quella terra amena, le ricchezze di un regno, i piaceri di una corte, gli onori e i poteri di un trono; eppure tutto ciò non gli serviva a nulla senza la vigna di Nabot. I desideri sbagliati espongono l'uomo a continue preoccupazioni e chi è disposto ad agitarsi, per quanto sia benestante, può sempre trovare qualcosa per cui agitarsi.

5 Versetti 5-16

Quando, invece di un aiuto, un uomo ha un agente di Satana, sotto forma di una moglie astuta, senza principi, ma amata, ci si possono aspettare effetti fatali. Mai nessun principe diede ordini più malvagi di quelli che Izebel inviò ai governanti di Izreel. Nabot deve essere ucciso in nome della religione. Non c'è malvagità così vile, così orribile, ma a volte la religione ne è stata fatta una copertura. Inoltre, deve essere fatto sotto il colore della giustizia e con le formalità del processo legale. Da questa triste storia, ci stupiamo della malvagità dei malvagi e del potere di Satana nei figli della disobbedienza. Affidiamo a Dio la custodia delle nostre vite e delle nostre comodità, perché l'innocenza non sarà sempre la nostra sicurezza; e rallegriamoci nella consapevolezza che tutto sarà rimesso a posto nel grande giorno.

17 Versetti 17-29

Il beato Paolo si lamenta di essere stato venduto al peccato, in Rom 7:14, come un povero prigioniero contro la sua volontà; ma Acab era consenziente, si è venduto al peccato; per scelta, come atto e azione propria, ha amato il dominio del peccato. Izebel, sua moglie, lo incitava alla malvagità. Acab viene rimproverato e il suo peccato gli viene messo davanti agli occhi da Elia. È molto miserabile la condizione di quell'uomo che ha fatto della parola di Dio un suo nemico; e molto disperata quella di chi considera i ministri di quella parola suoi nemici, perché gli dicono la verità. Acab indossò l'abito e la veste di penitente, ma il suo cuore era intatto e immutato. Il pentimento di Acab era solo quello che poteva essere visto dagli uomini, era solo esteriore. Questo incoraggia tutti coloro che si pentono veramente e che credono sinceramente al Santo Vangelo: se un finto penitente parziale andrà a casa sua ripreso, senza dubbio un sincero penitente credente andrà a casa sua giustificato.

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